Dopo il successo de “I maneggi per maritare una figlia“ – due anni di sold out, in una trionfale tournée – Tullio Solenghi incontra ancora Gilberto Govi, misurandosi con l’altro cavallo di battaglia del grande attore genovese: Pignasecca e Pignaverde. Con l’aiuto fondamentale, anche questa volta, dello stupefacente trucco e parrucco di Bruna Calvaresi, Solenghi torna a trasformarsi, anima e corpo, nella maschera goviana; una scelta registica e interpretativa a suo modo estrema, mai tentata prima da altri.
Rispetto ai Maneggi, che essenzialmente è una commedia degli equivoci, Pignasecca e Pignaverde, ha il valore aggiunto di una drammaturgia più elaborata e ambiziosa.
Al centro della vicenda i due personaggi, Alessandro Raffo e Felice Pastorino, due splendidi caratteri di avari incalliti, attorno al quale si svolge una serie di vicende familiari, un matrimonio, affari, interessi che i protagonisti cercano sempre di sfruttare a loro favore in un girandola senza respiro e con richiami alla risata continua.